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Rapporto nazionale su povertà ed esclusione sociale in Italia 2024

Caritas Italiana presenta a Crema il Rapporto Nazionale Povertà 2024

Lo scorso 7 febbraio, presso la sala Alessandrini di Crema, Walter Nanni del Centro studi Caritas Italiana, ha presentato il Rapporto nazionale su povertà ed esclusione sociale in Italia 2024. Un evento per il nostro territorio, promosso da Caritas Crema insieme alla sorella di Cremona e in sinergia con il Forum del Terzo Settore, in collaborazione con Area Omogenea Cremasca, Consorzio.it, Comune di Crema, Comunità Sociale Cremasca, Acli e Ambito territoriale sociale di Crema (clicca qui per scaricare la locandina).

“È un avvenimento particolarmente rilevante – sottolinea Claudio Dagheti, direttore di Caritas Crema – perché è la prima volta che Caritas italiana viene nella nostra città a presentare questo documento importante, che viene spesso utilizzato e citato anche dai Ministeri, dai tecnici e dai politici. Una fotografia rigorosa che viene fatta da Caritas sulle povertà di tutta l’Italia e quindi è uno strumento fondamentale per leggere la realtà e poi programmare le politiche sociali mirate. Un evento che viene tra l’altro proposto – cosa non usuale fa osservare – insieme dalle due diocesi di Crema e Cremona, dove l’analogo momento sarà ripetuto nella mattina di sabato 8, dalle ore 10 al Centro pastorale.”

“Welfare e Politiche Sociali – fa osservare – non sono una questione ecclesiale ma riguarda l’intero territorio e quindi è significativa la presenza dell’Area Omogenea e del Comune di Crema, ma anche di CSC, perché l’azienda speciale consortile coinvolge le assistenti sociali, e dell’Ufficio di Piano, perché è il luogo della programmazione sociale del nostro territorio. Mi sembra vincente – conclude Dagheti – essere riusciti a tenere insieme su questo tema delle povertà e, di conseguenza della situazione cremasca e del lancio del progetto sull’abitare, sia il mondo ecclesiale sia quello civile.”

"Fili d'erba nelle crepe" - Alcuni dati significativi

Dopo i saluti istituzionali della portavoce del Forum del Terzo Settore, Donata Bertoletti, del sindaco Fabio Bergamaschi, e del vescovo Daniele Gianotti, Walter Nanni, del Centro Studi Caritas italiana, ha presentato il Rapporto Povertà 2024: “Fili d’erba nelle crepe”. Tra i dati più significativi spicca che il numero delle persone che chiede aiuto alla rete Caritas, nel corso degli ultimi dieci anni è aumentato di oltre il 40%, più con un incremento nelle regioni del Centro-nord rispetto al Sud. Nello stesso arco temporale la povertà al Centro è cresciuta del 28,5%, al Sud del 12,1% e al Nord è raddoppiata, portandosi al 97,2%. Dato che evidenzia una “questione settentrionale” inaspettata, in quanto, per la prima volta nella storia italiana, il numero dei poveri assoluti nelle regioni del Nord ha superato quello del Sud, con un milione di famiglie in situazione di povertà assoluta a fronte delle 859.000 del Mezzogiorno.

Nel 2010 – ha fatto osservare ancora – il 70% degli assistiti Caritas era in cerca di occupazione e solo il 15% dichiarava di avere un lavoro, mentre oggi i disoccupati sono il 48% e i lavoratori il 23%. Questo significa che ci sono evidentemente problematiche relativa ai cosiddetti “working poor”, ossia persone che lavorano, ma devono andare alla Caritas a chiedere aiuto perché hanno un lavoro troppo povero per potersi consentire una vita dignitosa. Dalle rilevazioni raccolte nelle 206 diocesi italiane e dai 3.124 Centri di ascolto – tra cui anche i nostri – in Italia, sono assistite, ha riferito Nanni, circa 269.689 persone. In continua crescita dal 2019, quando erano 191.646.

Tra le tipologie di bisogni, al primo posto c’è quello economico, al secondo quello occupazionale e al terzo l’abitativo. Un ordine che si riscontra anche nella realtà locale. Come anche l’osservazione che non solo ci sono i nuovi poveri, ma anche delle storie di cronicità e di povertà “intermittente”, ovvero che tornano più volte a rivolgersi ai Centri di ascolto. Ed emerge una multi-dimensionalità della povertà: il rapporto di Caritas rileva che una persona ha mediamente dai 3 agli 8 problemi. Non solo problematiche relative alla casa, alla salute o economiche, ma a diversi altri aspetti: situazioni pesanti quindi.

In ordine alla questione abitativa, nello specifico, Walter Nanni ha evidenziato che in sei anni sono stati realizzati da Caritas italiana – attraverso le Caritas diocesane e utilizzando i fondi dell’8 per mille – 386 progetti, per un totale di 42 milioni di euro.

È quindi seguito l’affondo sulla situazione cremasca con le rilevazioni della rete dei Centri di ascolto della Caritas diocesana, che non registrano tutte le povertà del territorio, perché ci sono anche persone che non si rivolgono a questi servizi. Nel 2023 il Centro di ascolto diocesano ha incontrato 407 nuclei familiari, mentre quelli parrocchiali altri 287, per un totale di 694 nuclei. Un numero più o meno simile a quello del 2022, ma – è stato sottolineato – aumenta il numero dei colloqui fatti, il che vuol dire che è una povertà un po’ più intensa, che quindi richiede più incontri per accompagnare la persona. Si sono registrati inoltre 124 nuovi accessi: ovvero il 30% dei 694 nuclei è nuovo, non era entrato in questo sistema prima. Altro elemento evidenziato è che per il 50% sono italiani e il 50% sono stranieri. I primi un po’ più vecchi, per lo più celibi o nubili, vedovi, divorziati o separati; mentre gli stranieri sono più giovani, spesso coniugati e all’interno del loro nucleo familiare. Un altro dato interessante è che il 26,22% delle persone ha un lavoro e il 7% è pensionato, quindi hanno un’entrata mensile, ma faticano ad arrivare a fine mese, perché si tratta di lavoro povero

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