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Giubileo dei poveri e degli operatori della Carità

Domenica 16 novembre 2025 – Il Giubileo è iniziato presso il rifugio di San Martino di via Civerchi che per 12 anni ha dato casa a chi una casa non ha. La preghiera del vescovo Daniele, che ha presieduto la celebrazione giubilare, la lettura di un brano del Messaggio per la Giornata del Poveri e dall’esortazione Dilexi te di Leone XIV. E poi l’avvio del corteo che lungo via Civerchi ha raggiunto la cattedrale. Qui la guida ha spiegato: “Abbiamo attraversato la Porta della Cattedrale partendo dal rifugio San Martino. A dicembre si trasferirà nella nuova sede per continuare ad offrire, in modo ancor più dignitoso, una casa a chi non ce l’ha.”

La prima tappa

Tre le tappe della celebrazione. La prima ha previsto la lettura di un altro brano dell’esortazione apostolica di Papa Leone Dilexi te e, di seguito, la testimonianza di Lino che ha raccontato la sua esperienza. Nella vita si è occupato di fotografia collaborando con importanti enti. Nel 2011 è arrivato alla Casa di Accoglienza per problematiche economiche e familiari. Negli anni ha abitato e collaborato come supporto agli operatori della Caritas, poi è stato custode presso il Rifugio San Martino, quindi la Casa della Carità svolgendo servizi di vicinanza agli ospiti. Ora abita ancora in Casa di Accoglienza. “Casa per me significa anzitutto Famiglia”, ha detto. “Significa sentirsi visto e valorizzato per le qualità e le risorse che ho.” È seguito l’intervento di un esponente delle case di accoglienza di don Oreste Benzi che ha detto: “Oggi le nostre comunità posso essere quell’ancora e quel porto sicuro in cui ogni persona, soprattutto i più fragili, possono sentirsi protagonisti di una vita gioiosa. Questa giornata ci è offerta perché ciascuno di noi si addestri a cercare, conoscere, animare e promuovere segni di speranza presenti nelle nostre stesse comunità.”

La seconda tappa

La seconda tappa è stata introdotta da un brano della lettera di Giacomo e dall’intervento di due esponenti del progetto “Casa c’è”. Hanno raccontato l’esperienza di due persone accolte. Sono passate da esperienze di carcere di dipendenza, poi l’arrivo nella comunità del Cuore di Crema, il piano recupero e la completa ripresa.

Giubileo della Carità
La terza tappa

La terza tappa della liturgia giubilare è stata introdotta dalla lettura del brano del Vangelo di Matteo che racconta il giudizio di Gesù sulle pecore poste alla sua desta e le capre alla sinistra: “Tutto quello che avete fatto o non avete fatto a uno solo di questi piccoli, l’avete o non l’avete fatto a me”.
È seguito il commento del vescovo Daniele che ha fatto due pensieri. Ha ricordato, innanzitutto, il pellegrinaggio in Terra Santa: l’uscita dalla porta del rifugio di San Martino – ha detto – mi ha ricordato l’uscita dalla basilica di Betlemme, dove ha pregato davanti al luogo della nascita di Gesù. Gesù ha fatto l’esperienza di non avere la casa fin dalla sua nascita; esperienza vissuta fino alla passione quando è stato crocifisso fuori dalle mura della città, fuori dalle case. Gesù e il figlio di Dio che ci ha fatto ricchi grazie alla sua povertà. Nella seconda riflessione ha ricordato l’anniversario della morte di San Francesco che ha chiamato frati minori i suoi discepoli partendo proprio dal Vangelo di oggi (“i piccoli”). Ha chiesto la pratica della povertà ai suoi frati con grande insistenza. La povertà è qualcosa in cui immedesimarsi, da sperimentare. Non aiutare i poveri, ma essere poveri. Sentiamo il desiderio di far qualcosa per i poveri, ma siano anche interpellati a vivere in qualche modo o in qualche momento l’esperienza della povertà.”

La professione di fede e il mandato

È seguita la professione di fede e poi il mandato agli operatori della carità: “A voi operatori della carità affidiamo uno speciale mandato, affinché siate stimolo nella comunità a vivere il Vangelo della carità di Dio nello stile di Gesù che s’è fatto povero.” Tutti hanno risposto “Sì lo vogliamo”, rinnovando con la preghiera il loro impegno. La preghiera del Giubileo e la benedizione hanno concluso la celebrazione.

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